giovedì 21 novembre 2013

IL DISEGNO E I BAMBINI AUTISTICI

Analizzando il tema del disegno infantile mi sono chiesta anche se il disegno può essere d' aiuto a bambini affetti da alcuni disturbi in particolare mi sono concentrata sull' autismo, e di seguito riporterò le notizie che ritengo più interessanti.

DEFINIZIONE DI AUTISMO:
Prima di passare all' analisi dei disegni di bambini autistici cerco di deinire meglio cosa si intende per autismo:
L'autismo, chiamato originariamente Sindrome di Kanner, è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione.[1]Più precisamente, data la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, è recentemente invalso l'uso di parlare, più correttamente, di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders).

Analisi dei disegni di bambini autistici
Gli studi psicoanalitici rimangono ancora utili nel tentativo di penetrare i segreti dell’inconscio, di comprendere il linguaggio emotivo espresso dai bambini autistici, come da tutti i bambini, attraverso il disegno, rompendo quella barriera comunicativa, quel muro che quotidianamente si frappone tra sé ed i familiari, i maestri, i compagni di scuola.
Generalmente, il bambino autistico manifesta totale disinteresse per le persone e per gli avvenimenti che accadono intorno a lui: egli è immerso nel suo mondo, lontano dalle frustrazioni, dalle delusioni e dai pericoli esterni.
Le sue risposte sono sempre bizzarre, insolite ma, se sostenute da buona intelligenza, rivelano un tipo di associazione mentale originale.
I bambini autistici manifestano nei loro disegni la tendenza a rappresentare un mondo fantastico nel quale vivono immersi e completamente posseduti.
Il regno dell’immaginario e del fantastico li ingabbia fino ad impedire loro il viaggio di ritorno, scatenando una fantasia sfrenata, fatta spesso di rappresentazioni catastrofiche e lugubri che esprimono una percezione ansiosa dell’universo.
L’impossibilità di comunicazione con le persone, in particolare con quelle familiari, emerge con la rappresentazione grafica di figure fisse, separate tra loro da linee nere e verticali che possono talvolta assumere l’aspetto di muro invalicabile o ancora, di un mare diviso a metà.
A volte i bambini autistici non si rappresentano graficamente come esseri umani, ma come oggetti con i quali tendono completamente ad identificarsi. Negli anni Settanta, lo studioso Betthelaim riportò il caso di un bambino autistico di nove anni che in un suo disegno si era identificato con una macchina.
Egli venne definito “bambino meccanico” in quanto si rappresentava chiuso in un marchingegno meccanico che gli controllava sia la respirazione che i movimenti.
“Le esperienze quotidiane del bambino” come ricorda di questo caso Anna Oliverio Ferraris in un suo libro “erano fortemente condizionate dalla convinzione di essere una macchina, tanto che si rivolgeva agli altri con monosillabi, parlava a se stesso come ad una macchina e i suoi movimenti erano simili agli scatti regolari di un meccanismo…La sua vita era regolata da riti precisi e rigidi, entrando nella stanza da pranzo egli tendeva un immaginario filo elettrico da un’immaginaria fonte di energia al tavolo, poi isolava se stesso con un tovagliolo e soltanto allora si sedeva per mangiare” .

L’identificazione con il marchingegno meccanico venne spiegata da Betthelaim come la conseguenza di un rifiuto affettivo da parte della madre nei confronti del figlio; rifiuto manifestato fin dalla nascita del piccolo.
Di qui la necessità da parte del bambino di compensare questa carenza affettiva attraverso la creazione di un guscio “meccanico” che gli permetteva di affrontare con la freddezza e la rigidità delle azioni automatiche l’indifferenza ed il mutismo affettivo del mondo esterno.
L’analisi di altri disegni di bambini autistici ha mostrato come alcuni di essi esprimano in modo marcato e netto una forte fantasia di aggressività, testimoniata per esempio dalla forte pressione esercitata sul foglio, tanto da lasciare dei buchi, oppure la raffigurazione di dettagli del volto molto marcati (mento rinforzato, collo tozzo o bocca larga e spessa) o di gesti violenti (pugni chiusi, narici disegnate) o ancora,di personaggi armati o in procinto di compiere atti violenti.
E’ interessante ricordare il disegno di una bambina autistica di nove anni nel quale era rappresentato un uomo gigantesco che aveva in una mano un bastone e nell’altra una casa con alcune persone al suo interno.
In questo disegno si poteva cogliere l’angoscia profonda di questa bambina nel comunicare col mondo e la necessità di annientarlo, in qualche modo, per garantirsi la sopravvivenza.
Alcuni bambini autistici manifestano la propria aggressività o forte angoscia nei confronti del mondo, utilizzando colori molto forti, come il rosso ed il nero.
Alcune volte, l’aggressività viene indirizzata verso se stessi: un bambino autistico di sette anni da me incontrato qualche anno fa si raffigurava come un omino nero che perde una mano tagliata con una forbice.
Ciò sta a significare la forte diffidenza ed ansia di uscire “allo scoperto”.
Da quanto sin qui detto, si può allora sostenere che l’approccio psicoanalitico risulta ancora valido nello studio sistematico dei disegni dei bambini, in particolare di quelli più isolati dal punto di vista comunicazionale col mondo esterno, fornendo un utile strumento diagnostico delle problematiche e delle difficoltà delle quali consapevolizzare gli ambienti educativi, fatti da insegnanti e genitori, frequentati dai bambini, sì da aprire un varco attraverso il quale poter iniziare un progetto condiviso di obiettivi e di valorizzazione di potenzialità nascoste, come testimoniano numerose creazioni artistiche di bambini e ragazzi autistici.



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